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- Negli anni, in Italia, si è assistito a un’espansione degli areali di coltivazione del tartufo. Oggi, accanto alle tradizionali zone tartufigene di Piemonte e Umbria, si affiancano molte regioni del Nord, ma anche del Centro Italia.
- A determinare l’allargamento della geografia sono state la presenza in tutta Italia di terreni favorevoli e l’allargamento del mercato.
- Dove si trovano i tartufi: con 28 tipologie di tartufi presenti, l’Italia è, con la Francia, una delle patrie d’elezione di questo tubero. Presente, però, in vari continenti e in molteplici territori, anche sorprendenti, con varietà, forme e aromi differenti.
- Dalla Lombardia alle Marche, dal Veneto alla Toscana, passando per la Liguria: uno speciale Giro d’Italia per la raccolta dei tartufi.
- Sapevi che l’Italia è il secondo produttore di tartufi e di funghi al mondo dopo la Cina, in testa alla produzione mondiale con 5 milioni di tonnellate?
Confini estesi
È la domanda per eccellenza: dove si trovano i tartufi? In principio erano le Langhe e l’Umbria. E all’interrogativo in questione era facile rispondere con due toponimi: Alba e Norcia, a certificare la capacità di un prodotto d’eccellenza di unire due capi d’Italia. Oggi, tuttavia, la geografia dei tartufi si è allargata. Per una volta, non è colpa del cambiamento climatico. È merito, piuttosto, di gusti alimentari che si sono evoluti e dell’ampliamento delle aree in cui crescono i tartufi. Anche grazie all’intraprendenza di centinaia di imprenditori agricoli che hanno creduto nelle potenzialità di aree non colonizzate. A sostenerli, negli ultimi anni sono arrivati progetti sperimentali, spesso a guida regionale. Il risultato è che oggi, accanto a piemontesi e umbri, ci sono tartufi trentini e friulani, liguri e marchigiani, emiliani e lombardi. Tante varietà, quante sono le regioni, per un prodotto sempre più rappresentativo dell’Italia. Anzi di più.
Tartufi in Italia e tartufi nel mondo
Il Centro nazionale studi di tartufo annovera attualmente 28 tipologie di tartufi presenti nel nostro Paese¹. In questo senso, siamo una delle patrie d’elezione di questo tubero assieme alla Francia, che di varietà ne ospita 24. L’ennesimo derby, dunque.
Non solo, però, Italia e Francia. Analizzando dove si trovano i tartufi, si osserva come siano presenti in vari continenti e in molteplici territori, anche sorprendenti. Alzi la mano, per esempio, chi sapeva che di tartufi se ne trovano in Messico, Israele e Corea del Nord. Nazioni diverse, tartufi differenti: il legame di questo tubero con il suolo e con il clima è, infatti, talmente stretto che, in ogni Paese, trovano casa varietà diverse, con forme e aromi differenti. La ricchezza e la particolarità del tartufo stanno anche qui.
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Una “casa” di sabbia e bosco
Prima di iniziare un viaggio nella geografia, vale la pena focalizzarsi su dove nascono e su dove crescono i tartufi. Nell’accezione specifica dei terreni in cui attecchiscono. Difficile da scovare e poco propenso a svilupparsi in coltivazione, il tartufo per crescere in natura richiede:
- terreni sabbiosi;
- zone boschive non troppo fitte;
- assenza di erbe alte che si accaparrino il nutrimento.
Una situazione, questa, della quale le zone collinari italiane abbondano e che fa dello Stivale una casa ideale per i tartufi.
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Dove si trovano i tartufi: uno speciale Giro d’Italia
Nel nostro Paese, le due “patrie” originarie, Piemonte e Umbria, restano zone d’elezione, rispettivamente del Bianco Pregiato e del Nero Pregiato. Oggi, però, la raccolta dei tartufi, nelle diverse varietà locali, porta a compiere un autentico Giro d’Italia: dalla Lombardia alle Marche, dal Veneto alla Toscana, passando per la Liguria.
- Terra per eccellenza dove si trovano i tartufi, il Nordovest ha il proprio centro in Alba, sede, tra l’altro, dell’annuale fiera internazionale.
- Da qui alle Langhe piemontesi e a quelle liguri il passo è breve, per una diffusione che ha raggiunto anche la zona di Portofino.
- Dal canto suo, in Lombardia il tartufo, anche di eccellente qualità, è di casa nell’Oltrepo Pavese, dove l’Appennino fa scendere le proprie balze.
Nel Nordest, invece, si sono rivelate valide aree di produzione i colli Berici e i vicini Euganei, tra le province di Vicenza e Padova, oltre che la zona di Conegliano, con un gemellaggio con un’altra eccellenza locale, il Prosecco. Sempre nel Nordest, il Trentino si è scoperto terra di tartufi, in particolare nella valle dell’Adige, a sud del capoluogo, mentre in Friuli il tartufo ha attecchito attorno a Cividale e la sua coltivazione è oggetto di sperimentazioni promosse dalla Regione.
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Tartufo: il Centro dello Stivale
Proseguendo il nostro viaggio lungo lo Stivale, in Emilia le province dove si trovano i tartufi sono quelle di Piacenza e Parma, non a caso le più vicine al Piemonte. Nelle Marche, la provincia di Ancona è considerata uno dei centri di riferimento per il Bianco Pregiato. A Sud, invece, nella zona di Ascoli, è di casa il Nero di buona pezzatura ed eccellente qualità.
Toscana e Umbria meritano una trattazione a parte. La prima, per la qualità dello Scorzone che ama in particolare le “crete” e i querceti del Senese. La seconda perché condivide con il Piemonte la qualifica di terra per eccellenza dove si trovano i tartufi, brillando per la varietà dei propri prodotti: dal Bianco al Nero, dallo Scorzone all’Uncinato.
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Nuova geografia, nuovi sviluppi
La prima conseguenza dell’allargamento della geografia del tartufo, alla quale si è assistito negli ultimi anni, è l’aumento della produzione di tartufi (e di funghi) in Italia. Nel 2022, dati Istat, si è attestata sulle 761 mila tonnellate. Una cifra che fa del nostro Paese il secondo produttore al mondo dopo la Cina, in testa alla produzione mondiale con 5 milioni di tonnellate (fonte World Trade Organization). Da qui, è facile immaginare nei prossimi anni un superamento dei confini nazionali da parte di Bianchi, Neri e Scorzoni che, sostenuti da produttori d’eccellenza, potranno portare sulle tavole di tutta Europa, e non solo, un altro tassello del mosaico gastronomico che rende l’Italia inimitabile.
NOTE
1 Per approfondire: Tartufi nel mondo, Centro nazionale studi tartufo