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Sostenibilità

Cambiamento climatico: le conseguenze per funghi e tartufi

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  • Il cambiamento climatico e le sue conseguenze stanno avendo già da tempo un impatto significativo sul mondo naturale. In particolare, cambiano gli habitat e mutano le condizioni ideali per la crescita di molte specie, tra cui i funghi.
  • Diminuzione della disponibilità di cibo, aumento dei prezzi, sicurezza alimentare: il peso del cambiamento climatico sull’alimentazione globale.
  • Secondo una ricerca della Stanford University, senza un cambio di rotta significativo, si rischia un futuro senza funghi di bosco a causa dell’incapacità di adattarsi alle nuove temperature.
  • Sapevi che i funghi svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare le foreste ad assorbire il carbonio grazie alle relazioni simbiotiche con le radici delle piante?
  • Il cambiamento climatico si fa sentire anche sui tartufi: siccità prolungata e “bombe d’acqua” alterano gli ecosistemi boschivi ideali per la loro crescita.

Una nuova, dura normalità

Non ci sono più le mezze stagioni. Frase fatta? Fino a un certo punto. Gli inverni sono sempre più brevi e le estati sempre più lunghe, senza graduali variazioni e con primavere e autunni effimeri, a tratti impercettibili. È quanto emerge da una ricerca¹ pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters.
Per gli esperti, sono gli effetti del cambiamento climatico e del riscaldamento globale, che si manifestano anche con una distribuzione anomala delle piogge e un aumento delle precipitazioni estreme. Con una sottolineatura non da poco in proiezione futura. Anche se l’attuale tasso di riscaldamento non dovesse accelerare, si ritiene che i cambiamenti stagionali continueranno a essere esacerbati in futuro. Tutto ciò impatta inevitabilmente sulla nostra vita, a tutto tondo, disegnando una nuova normalità con cui siamo e saremo chiamati a fare i conti. In questo articolo vogliamo accendere una luce sul tema, approfondendo la questione del cambiamento climatico, le conseguenze sugli ecosistemi naturali e sulla nostra alimentazione. Con un focus specifico su funghi e tartufi.

Cambiamento climatico: le conseguenze sulla nostra alimentazione

Il rapporto tra clima e cibo è bidirezionale. Da un lato, le attività agricole e l’intera catena alimentare contribuiscono in modo significativo al cambiamento climatico. Il quale, a sua volta, ha un sensibile impatto sui sistemi alimentari. La variabilità e gli eventi climatici estremi e le alterazioni nella distribuzione delle specie stanno compromettendo la produzione agricola. Ciò può portare a una diminuzione della disponibilità di cibo e a un aumento dei prezzi degli alimenti, mettendo a rischio la sicurezza alimentare delle comunità di tutto il mondo.

Allo stesso tempo, il cambiamento climatico influisce sulla distribuzione geografica delle specie vegetali e animali, con possibili conseguenze sulla diversità e sulla disponibilità di prodotti locali. Tutto ciò finisce per influenzare le tradizioni culinarie e alimentari.

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Diremo addio ai funghi?

Il cambiamento climatico e le sue conseguenze stanno avendo già da tempo un impatto significativo sul mondo naturale. In particolare, stanno cambiando gli habitat e mutando le condizioni ideali per la crescita di molte specie, tra cui i funghi.

Le temperature più elevate causate dall’effetto serra possono influenzare direttamente la distribuzione geografica delle specie fungine. Alcuni funghi dipendono, infatti, da condizioni climatiche specifiche e possono essere incapaci di adattarsi alle nuove temperature, portando, in determinate aree, alla loro estinzione. A questa conclusione è arrivata una ricerca della Stanford University² secondo cui, senza un cambio di rotta significativo, il futuro dei funghi di bosco è a serio rischio.

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Funghi, inaspettati difensori del clima

Immaginiamo un gruppo di “guerrieri contro il cambiamento climatico”, che si uniscono in una battaglia per salvare il pianeta. Questi guerrieri potrebbero essere i funghi. Secondo gli scienziati della Boston University³, i miceti svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare le foreste ad assorbire il carbonio e a combattere i potenziali impatti sull’ambiente dovuti alla crisi climatica.

Nel dettaglio, i funghi micorrizici, che possono crescere sottoterra e tra le radici degli alberi, formano vaste reti sotterranee che si trovano nei terreni di ogni continente, dalle foreste alle praterie fino alle terre coltivate. Questi funghi, sia vivi sia morti, fanno parte della materia organica del suolo e svolgono un ruolo essenziale nella capacità di trattenere il carbonio: circa il 75% del carbonio terrestre è immagazzinato nel suolo. Questa funzione è fondamentale poiché più carbonio viene immagazzinato nel suolo, meno anidride carbonica viene rilasciata nell’aria, riducendo così l’effetto serra⁴.

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Il ruolo dei funghi nella preservazione delle foreste

La raccolta dei funghi è un’attività amata da molti appassionati di natura, che trascorrono piacevoli giornate nel bosco alla ricerca di porcini e chiodini. È un vero e proprio rito per i fungaioli, con il loro bagaglio di conoscenze, trucchi e “segreti” gelosamente custoditi.

Non tutti, però, forse sanno che la parte commestibile dei funghi ha una funzione simile a quella di un frutto, diffondendo milioni di spore per favorire la riproduzione della specie.
La componente principale del fungo, in realtà, si trova sottoterra: è una complessa rete di filamenti chiamata micelio, che si estende dal gambo e si ramifica nel suolo. Attraverso questa struttura, i funghi stabiliscono relazioni simbiotiche con le radici delle piante, note come micorrize, che portano benefici sia ai funghi sia alle piante. Grazie a esse, i funghi sono in grado di proteggere le radici degli alberi, fermare l’erosione del suolo e contribuire all’accumulo di CO2, facilitando l’assimilazione dell’azoto da parte degli alberi e favorendone la crescita.

Questa simbiosi non solo offre un’opportunità per il mantenimento dell’equilibrio ecologico nei boschi, ma sottolinea anche l’importanza di preservare gli habitat naturali per garantire la sopravvivenza di queste relazioni simbiotiche.

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Riscaldamento globale e siccità: l’effetto sui tartufi

Essendo un fungo, seppur ipogeo, il tartufo ha bisogno di un habitat adatto per crescere. Ciò significa che l’ambiente deve essere caratterizzato da un suolo ricco di nutrienti e microrganismi e da un clima mediamente secco, ma non troppo.
In questo senso, che effetto ha il cambiamento climatico sul tartufo? Le conseguenze del riscaldamento globale influenzano significativamente la produzione e la disponibilità di tartufi. Inverni poco piovosi ed estati estremamente calde hanno causato, negli ultimi anni, periodi siccitosi prolungati che, a loro volta, hanno alterato gli ecosistemi boschivi.

Poiché i tartufi dipendono da un ambiente umido e stabile per svilupparsi, la scarsità d’acqua nel suolo non solo riduce la loro disponibilità, ma ne compromette anche la qualità. Inoltre, la siccità può aumentare il rischio di incendi boschivi, danneggiando direttamente gli habitat dei tartufi e causando la distruzione delle micorrize, le citate relazioni simbiotiche tra le radici delle piante e i funghi, essenziali per la crescita dei tartufi.

 

NOTE
1 Changing Lengths of the Four Seasons by Global Warming

2 Ectomycorrhizal fungal diversity predicted to substantially decline due to climate changes in North American Pinaceae forests, Journal of Biogeography

3 Four Things to Know about Fungi “Climate Warriors”, The Brink Boston University

4 L’anidride carbonica è uno dei Greenhouse Gas (GHG). I gas a effetto serra riflettono le radiazioni infrarosse emesse dalla superficie terrestre che restano, così, negli strati più bassi dell’atmosfera, surriscaldandola. I GHC esistono in natura da millenni e non sono di per sé il problema: la vera questione è la loro concentrazione in atmosfera, imputabile all’uomo e aumentata sempre più dall’avvio della rivoluzione industriale.

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